Un ricordo di Angelo Masieri (1921 – 1952)

«…ingresso con accentuato senso di verticalità; giardino inteso come “ambiente”; patio considerato come presa di luce; soffitto del salotto inteso come “piastra radente” che raccoglie ai due lati le vibrazioni della luce degli ambienti rettangolari (un lato già esistente); avrebbe dovuto avere, a lavoro ultimato, un carattere tale il cui senso di accoglimento, date le premesse, si poteva realizzare solamente con una superficie superiore morbida, delicata e soprattutto trasparente».

Una delle rarissime testimonianze scritte della poetica di Masieri. Sintesi del progetto di Casa Giacomuzzi contenuta nella lettera di Angelo Masieri all’ingegnere Luciano Giacomuzzi datata 6/12/1949.

 

I rinnovati ambienti di Casa Giacomuzzi Moore, progettata da Angelo Masieri, uno dei massimi esponenti dell’architettura udinese del ‘900, ospitano le attività e i servizi per bambini e famiglie di Spazio Oblò. Si tratta di una realtà polifunzionale che si propone di soddisfare diverse esigenze: aggregative, formative, espositive, congressuali e conviviali.

Archimeccanica è stata incaricata di allestire la corte interna di servizio dell’edificio. L’obiettivo è conferire un nuovo significato con funzioni ludico/motorie. Il progetto prevede l’utilizzo del modulo bancs come passerella e l’inserimento di piante aromatiche a fine didattico e sensoriale.

Nel 1949 Angelo Masieri, allora ventottenne, elaborò il progetto per la casa dell’ingegnere e amico di famiglia Luciano Giacomuzzi a Udine. Si tratta del primo progetto consistente di edificio residenziale, dopo le piccole case costruite a Codroipo e a Tricesimo, in provincia di Udine. La committenza richiese soluzioni tecniche ed estetiche d’avanguardia. L’edificio si attesta su di un angolo del lotto rettangolare che si affaccia, su uno dei due lati, su via Marangoni ed è chiuso sugli altri tre lati dalle proprietà confinanti. Come descritto da Massimo Bortolotti nel suo saggio Angelo Masieri, Architetture 1947-1952, Masieri arretra il più possibile la casa dalla strada (secondo una soluzione che sarà ripresa a Cervignano (UD) nella villa Bortolotto e a Udine nella villa Romanelli) consentendo la creazione di un giardino antistante. La chiusura di tutto il terreno di pertinenza entro un recinto assicura la “privacy” richiesta dal committente e allo stesso tempo consente di percepire lo spazio del giardino come prolungamento dello spazio interno. Nel giardino una vasca d’acqua funge da elemento riflettente e consente alla luce di penetrare amplificata e mobile in tutto lo spazio del soggiorno. La casa denota senza dubbio le suggestioni dell’architettura organica di Frank Lloyd Wright. L’influenza del grande architetto americano è dichiarata e manifestata dallo stesso Masieri durante tutti gli anni della sua attività, ma non così soffocante da appannare la personalità emergente del giovane architetto friulano. Nel 1985 il restauro della casa ha comportato il ricavo di uno show-room al piano terra e alcune modifiche degli spazi. Nonostante ciò, ancora oggi, casa Giacomuzzi trasmette, con sobrietà e rispetto del contesto, l’insegnamento wrightiano, per il quale la casa va considerata come interno da vivere prima che come esterno da giudicare.

Il 14 aprile 1951 Angelo Masieri sposò Savina Rizzi e a giugno dello stesso anno riuscì a incontrare il maestro Frank Lloyd Wright, in occasione dell’inaugurazione della mostra a lui dedicata a Venezia a Palazzo Strozzi. Complice lo sconfinato amore per l’opera dell’architetto statunitense, in quella circostanza Masieri chiese a Wright il progetto per la propria futura casa nel palazzo di famiglia a Venezia. Frank Lloyd Wright accettò. Trascorse un anno, durante il quale Masieri continuò il suo lavoro, mettendo in luce ancor di più le proprie capacità e il proprio carattere. I preparativi per l’agognato viaggio vanno immaginati come circondati da un clima di festosa eccitazione. L’8 giugno 1952, infine, Masieri partì con la moglie per gli Stati Uniti con lo scopo di incontrare Wright. Aveva rinviato di mese in mese la partenza. In quel periodo di primavera, nello studio di via Treppo, “si trovava allora un grosso salvadanaio: tutti gli spiccioli vi finivano, anche quelli degli amici e dei visitatori, per il tanto desiderato viaggio”[1]

All’arrivo Masieri incontrò Gino Valle, recatosi negli Stati Uniti con una borsa di studio nel 1951. Assieme visitarono le opere di Wright e di altri maestri del movimento moderno. Masieri, tuttavia, non riuscì mai a incontrare l’adorato Frank Lloyd Wright. L’appuntamento saltò: Wright in quel momento si trovava a New York e non riuscì a riceverlo. Sulla strada del ritorno da Taliesin West, la scuola d’architettura voluta da Wright in Arizona dove avrebbe dovuto avere luogo l’appuntamento, l’auto sulla quale viaggiavano Masieri, sua moglie Savina, Gino Valle e una studentessa americana venne coinvolta in un incidente.

Angelo Masieri morì il 28 giugno 1952 nei pressi di Bedford, in Pennsylvania.

 

[1] G. Tolmein, “Taufrisch: ein Haus in den besten Jahren”, in “Hauser”, n°1, marzo 1988.
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